È in fase di conclusione il percorso educativo in cucina, realizzato grazie al contributo della Fondazione Estense.
“Macedonia e altri piatti… impariamo (anche) in cucina” è un progetto che riprende e arricchisce alcune attività già sperimentate in cucina precedentemente e che i nostri educatori hanno ulteriormente implementato. Infatti la realizzazione di alcune ricette, seppur facili e veloci, possono diventare una terapia del benessere in grado di stimolare lo stato psicofisico di ragazzi con disabilità intellettiva o disturbo dello spettro autistico. Grazie al sostegno della Fondazione Estense, è stato possibile estendere questo laboratorio per un periodo di 6 mesi da giugno a novembre, coinvolgendo 10 ragazzi.
Il progetto si è articolato in più attività diverse ma complementari che hanno toccato ambiti cognitivi, relazionali, espressivi-creativi e di socializzazione:
- creando un ricettario meditante la scrittura aumentativa e scegliendo con cura le immagini per ogni ricetta
- favorendo la socializzazione, al momento della spesa nei negozi del quartiere
- stimolando le capacità sensoriali, tattili e olfattivi con la realizzazione di dolci, semifreddi, ricette salate e senza glutine
- sviluppando della capacità motoria di mani e dita attraverso la manipolazione di diversi materiali (acqua, zucchero, farina, ecc.)
- perfezionando la coordinazione oculo manuale
Il lavoro in gruppo nella creazione di un ricettario con l’uso di immagini per la comunicazione aumentativa, oltre a far lavorare i ragazzi e stimolarli sul piano cognitivo, è un’altra parte creativa e coinvolgente per i ragazzi. Così come l’uscita per andare a fare la spesa è un momento di conquista di piccole autonomie sociali.
Siamo profondamente grati alla Fondazione Estense che, grazie al fondo Solidarietà costituito dall’Associazione tra fondazioni di origine bancaria dell’Emilia Romagna, ha finanziato questo progetto. Un progetto, che, come afferma Riccardo Maiarelli, Presidente della Fondazione Estense “è stata un’occasione arricchente per i ragazzi, che ha permesso loro di far scoprire abilità che non pensavano di avere o anche solo una nuova passione”.