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Mettiamoci in gioco!

Il percorso psico-educativo realizzato dal nostro team di psicologi ed educatori professionali parte dall’osservazione e dalla valutazione specifica di ogni singolo caso, e arriva alla programmazione di una serie di attività con obiettivi individualizzati per aiutare il ragazzo a scoprire e ad esternare le proprie capacità e metterle in atto nella vita di ogni giorno. A volte dall’osservazione dei nostri ragazzi, si rilevano criticità o comportamenti ripetitivi e stereotipati che il percorso educativo cerca di comprendere e modificare al fine di favorire l’accettazione sociale e l’inclusione negli ambienti di frequentazione, dal Centro stesso, alla scuola, al nucleo familiare. La difficoltà maggiore spesso risiede nel realizzare attività che aiutino nello stesso tempo tipologie differenti di esigenze e che non risultino noiose per i ragazzi. Anzi, le attività hanno sempre un aspetto ludico e divertente.

Oggi, ad esempio, ci siamo dedicati…. all’arte! Siamo partiti dalla necessità di aiutare Roberto a superare un comportamento ripetitivo che è la volontà di dedicarsi quasi esclusivamente a fotocopiare o stampare documenti. Per lui è una vera e propria passione, quella di cercare in ogni angolo del laboratorio una stampante e cominciare a fotocopiare.

Cosa abbiamo fatto?

Ricalcando le nostre parti del corpo con l’utilizzo di fogli trasparenti e pennarelli indelebili, abbiamo creato un personaggio molto particolare e significativo. Ci siamo messi in gioco tutti, educatori e ragazzi: il volto di Roberto, l’orecchio di Andrea, i capelli di Luca, il piede di Francesca, una gamba di Valentina e l’altra di Carolina.

Grazie a quello che sembra un semplice gioco, in realtà, i ragazzi hanno avuto modo di lavorare sui propri confini e sulla propria immagine corporea, la quale si modifica ogni volta che entriamo in relazione con l’altro. Hanno potuto sperimentare comportamenti ed emozioni utili alla propria crescita: rimanere fermi e “farsi ricalcare” richiede un atto di fiducia nei confronti dell’altro, così come lo richiede entrare in contatto con qualcuno anche fisicamente. Il rimanere fermi e immobili rinforza, inoltre, la capacità di “attendere”. Emozione forte per loro anche la sorpresa del risultato finale.

Ecco, la sagoma del nostro personaggio non ci permetterà di partecipare a nessun concorso artistico ma noi il nostro premio ce lo siamo presi: la serenità e il divertimento dei ragazzi!